NOLA – Vasta operazione quella di stamattina condotta dagli uomini della Dia, della Squadra Mobile di Napoli e dai carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna che ha portato in carcere 12 persone ritenute esponenti apicali del clan camorristico Fabbrocino. Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di beni, estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza, con l’aggravante del metodo mafioso.
ANCHE L’ASSESSORE ALL’URBANISTICA – In manette anche l’assessore all’Urbanistica del Comune di Nola nominato dal sindaco Geremia Biancardi il 24 luglio 2014 e Giovanni Fabbrocino, figlio del boss Mario. I due sono accusati di associazione camorristica, estorsione e illecita concorrenza nel settore del calcestruzzo. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, è il risultato delle indagini eseguite in particolare nei confronti del clan Fabbrocino, attivo nei comuni di Nola, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Somma Vesuviana, Palma Campania, Camposano e nelle aree limitrofe. “L’importanza strategica dell’attività di produzione del calcestruzzo – ha scritto il Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli – serve a mascherare estorsioni attraverso l’imposizione delle forniture condizionando il libero mercato della domanda e dell’offerta”. In questo senso sono state sequestrate alcune imprese ritenute collegate a soggetti appartenenti al clan e il cui valore è stato stimato in circa 5 milioni di euro, considerate una sorta di ‘continuazione’ del modus operandi già messo in atto con la società di Mario Fabbrocino, capoclan oggi detenuto, sequestrata nel 2007.