di Violetta Luongo
NAPOLI – Liberi di essere imperfetti se questo vale la felicità. E’ questo il fil rouge su cui ruota lo spettacolo “L’amore migliora la vita” andato in replica fino al 6 dicembre al Teatro Cilea. La commedia, scritta e diretta da Angelo Longoni, porta sul palco un bel poker di attori: Ettore Bassi, Gaia De Laurentiis, Giorgio Borghetti e Eleonora Ivone. Due coppie di genitori alle prese con i problemi dei figli maschi adolescenti, pizzicati nel bagno della scuola ad amoreggiare insieme e per questo sospesi durante l’ultimo anno scolastico. Ettore Bassi e Eleonora Ivone, genitori di Matteo, più moderni e liberali, più colti e di mentalità più aperta, in abiti da motociclisti, si contrappongono ai genitori di Edoardo, Giorgio Borghetti e Gaia De Laurentiis, giacca e cravatta per lui, tubino blu per lei, borghesi e di stampo tradizionale, si trovano costretti ad una cena per discutere inevitabilmente dell’amore che lega i due ragazzi. Bravi gli attori a reggere, per tutta la durata del testo, la tensione agrodolce, alternandosi tra il dramma e la comicità.
TUTTO IN UNA SERA – L’imbarazzo, la rabbia, la preoccupazione e la ristrettezza mentale sono gli ingredienti di una serata divenuta incontrollabile finita tra il fumare spinelli di marijuana e sesso tra il marito di una e la moglie dell’altro e . I quattro attori restano sul palco per tutta la durata dello spettacolo, un unico atto, senza cambio di scene solo uno strategico angolo illuminato all’occorrenza tale per diventare una seconda quinta architettonica.
UNA LEZIONE DI VITA – I figli, protagonisti dell’amore omosessuale, non compaiono mai, saranno attesi fino alla fine dai genitori e dal pubblico ormai incuriosito, la loro presenza si paleserà solo con una voce in chiusura dando una lezione di vita ai genitori, “imperfetti a modo loro”. La piéce comica, a tratti, irriverente e sarcastica svillaneggia i soliti cliché portando sul palco droga, sesso e ironia trovando il favore e il gradimento del pubblico del teatro vomerese che oltre ad applaudire e sorridere ha potuto anche trarre la “morale della favola”.