La Cava di via Spinelli, posta sotto sequestro dai carabinieri di Quarto Flegreo dal 26 gennaio 2013, è stata dichiarata non a norma dall’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania). Infatti, la sabbia contenuta nella cava è inquinata da cadmio, radon e piombo, elementi tossici contenuti in rifiuti che si sono decomposti per anni. La cava fungeva da discarica industriale per società legate alla mala vita, le quali si occupavano di smaltire rifiuti industriali italiani ed esteri.
La sabbia in questione è stata utilizzata a scopo edile, sia per costruzioni pubbliche che private, in tutta Europa, i cui appalti sono stati vinti da società legate al clan Polverino, come dichiarato dalla tenenza di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere. A causa della continua decomposizione dei materiali inquinanti, la falda acquifera che collega la zona di Quarto a Giugliano è stata contaminata, anche se non è ancora chiaro in quale percentuale. La popolazione è ancora più preoccupata poiché, come dichiarato dai rilievi dell’ARPAC, i coltivatori dell’area Spinelli hanno irrigato le loro terre con l’acqua dei pozzi che attingono dalla falda inquinata. L’allerta ha dunque incalzato la lotta per una gestione pubblica e consapevole dell’acquedotto comunale, mentre il commissariamento ha disposto una gestione privata ventennale.
Stefania Moschini