di Fabiana Paciello
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NAPOLI – “ABC, come Acquedotto Bancomat del Comune”. Con questo slogan i dipendenti della ditta partecipata che si occupa di acqua pubblica hanno espresso il loro dissenso contro la decisione del Comune di attingere dai loro utili per evitare il predissesto. Dalle 10 di stamattina fino alle 15:30 circa alcuni rappresentanti sindacali hanno discusso con i consiglieri comunali per salvare le loro risorse. Alla fine si è giunti all’approvazione di una mozione in base alla quale il Comune si impegna a prevedere delle risorse equivalenti agli utili già presi, che ammontano a circa 16 milioni di euro, a condizione che entro il 28 febbraio si presenti un piano industriale in cui dovrà essere specificato come saranno investiti questi soldi.
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LA PROTESTA – «Dobbiamo lavorare il doppio per avere gli stessi soldi. Questo è un falso perbenismo», afferma Francesco Pozzegna, responsabile delle infrastrutture rete informatica, anche a nome dei circa 400 dipendenti dell’azienda, «Abbiamo dovuto lottare per questa mozione. Il Comune vuole prendere i soldi da noi perché siamo l’unica azienda partecipata che fa utili, le altre chiudono tutte in rosso».
I DUBBI DA SCIOGLIERE – La giornata di protesta non ha influito negativamente sull’erogazione del servizio, e per questo davanti al palazzo del Consiglio Comunale in Via Verdi era presente solo un esiguo numero di dipendenti. «Abbiamo delle perplessità sulle delibere che il Comune ha approvato. Temiamo per la stabilità economico-finanziaria dell’azienda, che poi incide anche sulla vita dei cittadini».