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NAPOLI – Il pane, i fichi, le bucce di melograno, i chicci di grano e i resti di grappoli d’uva passita, aglio, cipolla, datteri e noci, sono i resti carbonizzati osepolti dal fango dall’eruzione del 79. Resti preziosi giunti fino a noi 2000 anni dopo l’eruzione del Vesuvio che fece fermare la vita quotidiana qui, come a Ercolano e a Stabia. Reperti unici, conservati con religiosa devozione dal team del Laboratorio di ricerche applicate della soprintendenza archeologica di Pompei. Reperti che saranno dal 21 luglio al 10 gennaio 2016 al Palazzo Reale di Milano per la mostra “Natura, mito e paesaggio dalla Magna Grecia a Pompei”. L’esposizione è curata per Expo 2015 da università di Milano, università di Salerno, Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia.