GIUGLIANO – Sono stati notificati i provvedimenti di obbligo di firma ai danni di una decina di manifestanti, per gli incidenti avvenuti durante la manifestazione anti Tares del 16 gennaio. Questa notizia è stata colta come un fulmine a ciel sereno dagli attivisti per come inizialmente erano state descritte le indagini delle forze dell’ordine; in una fase iniziale infatti si era parlato di cinque indagati tutti residenti in comuni limitrofi.
L’ANTEFATTO – Il 16 gennaio è stato il giorno di massima tensione scoppiato fra i cittadini giuglianesi e le forze dell’ordine che difendevano il palazzo comunale amministrato dai commissari. Dopo oltre un mese di lotte infatti in quella specifica giornata si è tenuto il sospirato tavolo di trattative tra i delegati della popolazione e il potere commissariale. Quando i cittadini stanchi di aspettare da ore un documento da parte dei rappresentanti – dopo aver subito già un attacco allo spray urticante da parte delle forze dell’ordine – provano ad entrare a mani alte nell’edificio, scoppia una vera e propria guerriglia urbana; compresa di manganellate, fumogeni, sassaiole e scontri ravvicinati.
LA POSIZIONE DEI MOVIMENTI – Le testimonianze di quella giornata raccontano di un atteggiamento fuori controllo sia da una parte ridotta di manifestanti, da cui i comitati hanno preso le distanze, che delle forze dell’ordine; arrivate a sparare lacrimogeni nel cortiletto di una scuola media nell’orario di uscita dei bambini esacerbando ulteriormente l’antagonismo dei manifestanti. Sabato 8 febbraio durante un corteo organizzato a Giugliano contro Tares e Inceneritore molti sono stati i cori di sostegno a questi cittadini denunciati e molte le voci critiche verso gli agenti. Nel frattempo la seconda rata della Tares si avvicina e la soluzione pare lontana da venire; come andrà a finire?
Marco Coppola