NAPOLI – «Non possiamo garantire le 19 postazioni di prima – spiega Ercole Rossi, direttore dell’autoparco del 118 – ecco perché abbiamo ridotto gli interventi notturni che godono di una viabilità diversa e sono meno numerosi. È una ottimizzazione in attesa di un intervento economico della Regione».Di giorno non ci sono più ambulanze del 118 davanti all’ospedale Incurabili, in piazza del Gesù e al corso Europa. Di notte mancano agli Incurabili, a Miano e a Pietravalle. Chiusi anche i tre Psaut, i punti di primo soccorso a Pianura, al San Gennaro e all’Ascalesi. Conseguenza: gli ammalati, con diagnosi meno grave, rischiano di aspettare «anche due ore» per i soccorsi, i tempi di attesa si allungano in tutta la città.
EMERGENZA CAMPANA – È l’emergenza dell’emergenza perché gli effetti della normativa europea sui turni di lavoro si abbattono anche sul 118 imponendo una riduzione del servizio. Il responsabile della centrale operativa del 118, Giuseppe Galano, ha denunciato la situazione al Prefetto e alla Regione. Il direttore dell’autoparco 118 Ercole Rossi, invece, parla di una «riorganizzazione in base alle risorse».
Oggi un altro incontro alla Regione, dove manca ancora il commissario alla Sanità. Intanto si prova a trovare una risposta cercando il sostegno nella sanità militare. Lo sguardo è rivolto a Palazzo Santa Lucia, all’incontro di oggi per reperire risorse destinate ad un pianeta sanità che sta per esplodere. «Colpa» della normativa europea sui turni di lavoro per medici e infermieri. In realtà la disposizione che modifica profondamente i turni di lavoro è del 2003 senza che né Bassolino né Caldoro siano mai intervenuti in materia. L’anno scorso era stata concessa una proroga di un anno sull’attuazione della normativa europea. In Campania, senza personale per il blocco del turn over, si sperava in una ulteriore proroga. Che non è arrivata. E dopo gli ospedali, l’emergenza si è spostata sul 118.
Già ieri tante le segnalazioni per malati rimasti per strada anche per ore.
