I prodotti ortofrutticoli coltivati a Giugliano, in piena terra dei fuochi sono, secondo gli studi riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, assolutamente edibili e privi di sostanze derivanti dall’inquinamento che tanto sta facendo discutere in questi ultimi mesi. I risultati delle indagini, comunicati dal commissario alle bonifiche Mario di Biase rilevano come non siano stati riscontrate alte concentrazioni di metalli pesanti in frutta e verdura e tantomeno nelle falde acquifere esaminate.
IL MONITORAGGIO- Le analisi effettuate dal Dipartimento Ambiente, certificate dall’Istituto Superiore di Sanità hanno riscontrato alti livelli di inquinamento in un area di circa due chilometri quadrati, un area già sottoposta a sequestro, e non utilizzata a fini agricoli, risultata di proprietà della famiglia Vassallo a San Giuseppiello. Il commissario alle bonifiche ha chiesto l’inibizione alle coltivazioni per l’intera area per poter, successivamente, procedere alle bonifiche del caso.
LE ANALISI- Hanno riguardato in particolar modo la presenza nei suoli di Cromo e Zinco. Nella zona denominata Area Vasta di Giugliano in Campania, è la sola zona di San Giuseppiello che ha riscontrato, a seguito di 12 carotaggi in diversi punti, una elevata concentrazione di sostanze inquinanti. Secondo i dati raccolti dall’ARPAC la restante area, corrispondente a circa duemila ettari, sarebbe esente da qualsiasi tipo di inquinante tossico.
LE COLTIVAZIONI- I prodotti della terra non presenterebbero, dunque, qualsivoglia controindicazione al consumo umano. Non sono stati, infatti, rilevati livelli elevati di metalli, tali da destare preoccupazione. Dai risultati ottenuti –secondo quanto riportato dalla nota del Dipartimento Ambientale- i prodotti ortofrutticoli prelevati nell’area di Giugliano in Campania, sono conformi con quanto riportato nella normativa di settore per Cadmio e Piombo. Nel campione cavolo rapa si notano valori elevati di tallio e rame, probabilmente derivanti da Sali utilizzati come antiparassitari. In generale, per quanto attiene ai microinquinanti inorganici non presenti nel succitato regolamento 1881/2006, i valori di concentrazione riscontrati nei campioni di ortofrutta non si discostano da quanto emerge dalla letteratura italiana ed internazionale.
Antonio Folle