“Sotterranea bellezza”: le Stazioni d’arte della Metro di Napoli su Rai Storia – IL VIDEO

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NAPOLI – Spettacolare, visionaria, ultramoderna, a tratti scioccante: la metropolitana di Napoli, vincitrice di innumerevoli premi, si afferma come uno dei risultati meglio riusciti di connubio tra arte, architettura e servizio pubblico. Una “sotterranea bellezza” presentata da “Italia: viaggio nella bellezza”, il nuovo programma di Rai Cultura che racconta e fa riscoprire il patrimonio storico e artistico italiano, in onda lunedì 23 marzo su Rai Storia, alle 22.00 sul canale 54 del Digitale terreste e canale 23 TivùSat e sul web.

safe_image.php200 OPERE DI ARTISTI – La metropolitana di Napoli, realizzata a cavallo del nuovo millennio, con fermate che accolgono circa duecento opere realizzate da più di novanta autori di fama internazionale, è un trionfo dell’arte e dell’architettura internazionale e, giustamente, viene celebrata in tutto il mondo. Oscar Tusquets Blanca, Alvaro Siza, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounelis, William Kentridge sono solo alcune delle grandi star che, sotto la guida di Achille Bonito Oliva, hanno realizzato alcune stazioni come “Toledo”, “Università” e “Dante”, capaci di diventare musei involontari, fermare lo sguardo dei passeggeri trasformandoli a loro insaputa in veri e propri visitatori. E’ una ricchezza che proietta Napoli nel futuro come nessun’altra città italiana.
Il viaggio nelle viscere della città partenopea sarà anche l’occasione per scoprire il primo visionario progettista della metropolitana, l’architetto Lamont Young, i cui studi risalgono al 1872; incontrare un grande artista della fotografia come Mimmo Jodice; avventurarci tra i tesori archeologici emersi durante gli scavi per la metro,  come i resti delle navi da carico, di epoca romana, ferme in rada e i moli dell’antico porto di Neapolis.

DALLA METRO AD ERCOLANO – Per la rubrica “La scienza a servizio della bellezza”, il viaggio prosegue in un luogo che guarda al futuro: i laboratori dell’Istituto per la microelettronica e microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli. Qui, Vito Mocella ha compiuto un passo di particolare rilevanza per la conoscenza della filosofia e della letteratura antica. Per la prima volta, infatti,  ha utilizzato una tecnica di “imaging” non invasiva, con luce di sincrotrone, per visualizzare il contenuto dei papiri di Ercolano, sepolti nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., scoperti 260 anni fa, senza bisogno di uno srotolamento meccanico e quindi senza alcun rischio per l’integrità degli stessi. I risultati ottenuti hanno permesso un’analisi della scrittura, in modo da poter formulare anche un’ipotesi sull’identità dell’autore dello scritto, di carattere filosofico. Vito Mocella, prima di procedere all’applicazione della sua tecnica di “imaging” sui preziosi rotoli di Ercolano, si è informato sui metodi utilizzati in precedenza. Ha così scoperto una storia affascinate fatta di tentativi più o meno fruttuosi avvenuti nel corso dei secoli, da quando si ebbero i primi scavi ad opera dei Borbone. Mocella ci invita a seguirlo nel luogo che oggi conserva la memoria di quella storia, custodisce i papiri ritrovati e ospita gli studiosi provenienti da tutto il mondo che vogliono analizzarne i contenuti. Questo luogo è l’officina dei papiri e ha sede presso la biblioteca nazionale di Napoli.

Redazione

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