Proteste anti Tares a Giugliano: fra manganelli e trattative i cittadini ottengono la sospensione della prima rata

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GIUGLIANO – Amara insoddisfazione verso le istituzioni quella dimostrata dai cittadini di Giugliano, che si sono dati appuntamento stamane nello spazio antistante il palazzo comunale della città. Il motivo della protesta è ancora la rabbia verso una tassa, la Tares, che in un comune già falcidiato da inquinamento, mala gestione del ciclo integrato dei rifiuti e il piano di costruzione dell’inceneritore ha raggiunto cifre inaccessibili alle fasce più deboli della popolazione. Alle ore 10.00, orario dell’appuntamento, i rappresentanti popolari dei cittadini entrano nell’edificio comunale; ad attenderli la commissione preposta.

LE VOCI IN PIAZZA – Domenico Costa, un pensionato presente alla protesta, racconta: «Sono vedovo, solo e vivo in una casa da quaranta metri quadri, per il comune dovrei pagare quattrocento euro di Tares; ma è esattamente l’importo della mia pensione mensile». Maria Mura ci racconta invece di avere dei figli disabili a carico: «In questi mesi non saprò se pagare l’assistenza ai miei figli o le tasse richieste dallo Stato. Non è giusto che qui si paghi la tassa dei rifiuti più alta d’Italia». In strada presenti anche studenti del liceo Renato Cartesio, che hanno intonato cori e protestato contro la tassa e il commissario del comune.

CARICATI I MANIFESTANTI – Per tutta la durata della riunione le persone davanti al comune hanno intonato cori e slogan contro l’odiata tassa. All’uscita dall’incontro con la commissione un delegato al megafono annuncia: «Facendo affidamento sul recupero di alcuni fondi pubblici, la concessione è un risparmio del 10% sull’importo totale». Sentendosi beffati da un apparente sconto, ininfluente e irrisorio rispetto alle proposte avanzate, i manifestanti cominciano a invocare la discesa in piazza dei commissari e il rifiuto categorico dell’offerta. In questo frangente si scaldano gli animi.I cittadini a mani sollevate si avv icinano al blocco folto di poliziotti e carabinieri che presidiava la struttura; ne nasce uno scontro. Il primo a farne le spese è un liceale di quindici anni, che colpito al fianco finisce a terra in stato confusionale e con problemi di respirazione; viene trascinato via da alcuni compagni e allontanato dal luogo della carica. Non sarà l’unico a riportare contusioni e ferite al termine degli scontri.

LA SECONDA OFFERTA – Alla nuova discesa della delegazione lo scenario cambia. «La nuova proposta è la seguente: sospensione momentanea della prima rata della Tares, ad eccezione della quota statale della stessa,  – spiega il delegato – viene proposta la creazione di un tavolo fra rappresentanti del comune e cinque delegati popolari per discutere della rimodulazione della quota comunale, provando a riportarla sulla media nazionale».

LA REAZIONE DELLA FOLLA – Il malcontento è grande si urla di essere stati presi in giro e si medita sulle strategie da adottare nel prosieguo della lotta. La piazza è unita nel giudizio, ma divisa sugli umori; mentre qualcuno si dice parzialmente soddisfatto dei risultati iniziali di questa mobilitazione, qualcun altro bruci la bandiera italiana; quella in cui giura di non credere più.

 

Marco Coppola

Redazione

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