NAPOLI – Si è tenuto al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli, il primo appuntamento di una serie di quattro eventi sulla vita del Presidente venezuelano Hugo Chavez. Presenti molti cittadini interessati alle vicende della rivoluzione bolivariana e del suo personaggio simbolo a un anno dalla sua scomparsa. Sono intervenuti alla presentazione il Console venezuelano Carlos Abreu e Alessandra Riccio, docente universitaria e giornalista. La proiezione del documentario «Chavez, Venezuela and the new America Latina» realizzato da Aleida Guevara, figlia del “Che”, è stata introdotta dagli interventi dei due ospiti.
GLI INTERVENTI – Ad accogliere gli spettatori è il Console Abreu: «Ora che la rivoluzione bolivariana sempre più raggiunge importanti risultati, è doveroso ricordare il Presidente Chavez. È altrettanto importante ricordare che questi quindici anni del socialismo venezuelano rappresentano solo l’inizio della rivoluzione – continua Abreu – obiettivo anche del nuovo Presidente Maduro è il raggiungimento della felicità e dello sviluppo dell’uomo. Il Venezuela rappresenta l’alternativa di governo possibile per tutti i paesi del mondo». A fare eco al Console è Alessandra Riccio, che ricorda: «Prima dell’avvento di Chavez il Venezuela era un paese estremamente povero e disorganizzato. Visitai le favelas di Caracas piene di uomini senza nome: gli indocumentados – continua – la cosa che va sottolineata è la maniera del tutto democratica con cui il Presidente ha raggiunto il potere, candidandosi a tutte le elezioni, anche intermedie, vincendole puntualmente».
LA PROIEZIONE E LE POLEMICHE – Per cinquanta minuti i presenti prendono visione del documentario realizzato da Aleida Guevara; in esso aneddoti, racconti del Venezuela e una toccante intervista allo stesso Chavez. Al termine della proiezione in coda ai saluti degli organizzatori, che invitavano ai prossimi eventi di «Por aquí pasó Chávez», non è mancata una polemica. Sul fondo della sala un gruppo di venezuelani – per lo più italiani di seconda generazione – hanno mostrato cartelloni contro la manifestazione e contro la rivoluzione bolivariana. «Non è il nostro Presidente» era possibile leggere fra le scritte esposte. Questo sparuto gruppo di singoli è stato però smentito nella forma e nei contenuti dagli altri venezuelani presenti alla manifestazione, che si sono detti indignati per la mistificazione fatta da questi soggetti. Ciò dimostra come il tema della disinformazione italiana circa la rivoluzione bolivariana abbia degli effetti concreti anche in questi figli di venezuelani che hanno appreso notizie della terra d’origine di nonni e genitori esclusivamente dai mezzi di comunicazione occidentali. La situazione fortunatamente non è degenerata così che i presenti hanno potuto abbandonare la sala dandosi tutti appuntamento alla prossima proiezione di giovedì 13 febbraio, compresi i contestatori che giuravano di ripetere l’opera di disturbo.
Marco Coppola