NAPOLI- Sabato, davanti al consolato spagnolo si è svolta la protesta contro la legge anti-aborto promossa dal governo Rajoy. Arcigay, Udi, Progetto Eva, SNOQ, CGIL, Consulta delle Elette Napoli e Collettivi hanno protestato anche contro l’obiezione di coscienza della legge 194.
I MOTIVI DEL PRESIDIO- In tutta Europa ci sono stati presidi contro il progetto di legge del governo spagnolo Rajoy, il quale prevede l’interruzione di gravidanza “solo nel caso di violenza sessuale e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”. Se tale legge entrasse in vigore, di fatto il diritto all’aborto verrebbe meno, con il pericolo di ripercuotersi in altri paesi d’Europa. Associazioni di Milano, Roma, Firenze e di altre città italiane hanno realizzato proteste e presidi simili a quello di via dei Mille, per esprimere solidarietà alle donne spagnole pro libera scelta, ma anche per ribadire la necessaria modifica della legge 194.
IL PROBLEMA DELLA LEGGE 194- La legge 194 del 1978 è stato il principale frutto delle lotte femministe italiane. Il testo prevede l’interruzione di gravidanza gratuita e assistita dalla sanità pubblica. Tuttavia, la possibilità di esprimere l’obiezione di coscienza da parte dei ginecologi, fa si che spesso nelle strutture ospedaliere non si possa effettuare l’interruzione di gravidanza, ne con la pillola, ne con l’ intervento. Ciò consente la speculazione di medici e strutture private, ai danni della sanità pubblica. In oltre comporta un grave disagio e danno psicologico a tutte quelle donne che non possono permettersi di pagare per abortire.
Stefania Moschini