Napoli. Nel 1839 Napoli ha potuto fregiarsi del primato storico della prima ferrovia d’Italia, una delle prime in Europa. Oggi, a distanza di 150 anni la situazione del trasporto su rotaia a Napoli è a dir poco disastrosa. Dopo i ben noti problemi della Circumvesuviana, anche la Cumana rappresenta ormai fonte di problemi e preoccupazioni per le migliaia di pendolari che ogni giorno si accalcano sui mezzi pubblici per raggiungere scuola o posto di lavoro. Mezzi obsoleti, scomodi e, a detta degli stessi dipendenti, in alcuni casi pericolosi. A tutto ciò si aggiunge la cattiva gestione del traffico passeggeri della stazione di Montesanto, capolinea e principale terminal di tutta la linea.
MATERIALE ROTABILE ORMAI DA ROTTAMARE- I treni della ferrovia cumana risentono ormai dell’usura del tempo. Generazioni di passeggeri si sono avvicendati su quei treni che, in alcuni casi, risalgono a 40 anni fa. Treni che ben figurerebbero in un museo, ma che ancora oggi vengono quotidianamente adoperati per il trasporto passeggeri. Non migliora la situazione per quanto riguarda i binari, con le traversine e gli scambi che non ricevono regolare manutenzione ormai da tre anni. La manutenzione è stata infatti esternalizzata per ridurre i costi, ma le ditte di manutenzione in mancanza dei regolari emolumenti non effettuano manutenzione ne ordinaria ne straordinaria. I risultati sono i ritardi dei treni, che in alcuni periodi hanno raggiunto i 40 minuti e in alcuni casi lo stop totale della circolazione.
LA STAZIONE DI MONTESANTO- La stazione di Montesanto rappresenta uno dei principali terminal dell’intera linea ferroviaria. E’ infatti il capolinea sia della ferrovia cumana che della circumflegrea e collega inoltre la linea con la funicolare di Montesanto. L’area ha subito recentemente un restyling totale, che ne ha ridisegnato le fattezze e l’ha resa sicuramente più funzionale ai bisogno delle migliaia di passeggeri che ogni giorno la affollano. La ristrutturazione non ha però previsto una adeguata canalizzazione del flusso passeggeri in salita e in discesa dai treni, canalizzazione che viene affidata alla stesura di una semplice catena da parte degli addetti.
FAR WEST QUOTIDIANO- E’ ormai parte della quotidianità della stazione la scena che si verifica ad ogni arrivo di un treno. L’esiguità della barriera e gli scarsi controlli fanno si che i passeggeri in attesa non lascino tempo e spazio per la discesa ai passeggeri in arrivo. Tutto ciò si traduce in ingorghi umani, spinte, imprecazioni e in alcuni casi nel concreto rischio di cadere sui binari. Le banchine infatti non sono progettate per supportare un tale transito di persone, e data l’esigua larghezza si rischia di essere letteralmente spinti giù dalla folla.
GLI ORARI SERALI I PIU’ CALDI- E’ nelle ore serali che si assiste alle peggiori scene di caos e frenesia. I passeggeri si accalcano in prossimità dei treni, per cercare di accaparrarsi un ambito posto a sedere e per evitare di correre il rischio di rimanere a terra per mancanza di posti. Una vera e propria “legge della giungla”, dove il più forte ha la meglio sul più debole. << Ho visto persone spingere via vecchi e bambini senza alcun riguardo>> dichiara Francesco, un passeggero abituale della Cumana. <<I prezzi di biglietti e abbonamenti aumentano continuamente e ci offrono un servizio sempre più scadente>> gli fa eco Sonia, una studentessa della facoltà di Giurisprudenza. << Io abito a Soccavo e prendo ogni giorno la cumana, spesso ho rischiato di sentirmi male a causa della calca che c’era sul treno, dove non è possibile nemmeno aprire i finestrini perché sono rotti >>.
Antonio Folle