Si è tenuto ieri l’incontro fra i cittadini sfrattati dalla scuola Belvedere, al Vomero, e i rappresentanti del Comune di Napoli. Alle ore 16.00 un presidio cui hanno partecipato molteplici aderenti a vari movimenti di zona, in particolare Zona Collinare che ha seguito molto da vicino la vicenda, si è animato con striscioni e invettive di denuncia contro il sopruso subito da questi cittadini; oggi costretti a vivere presso l’ex edificio dell’Annona alle Rampe Brancaccio. Dopo un lungo colloquio la rappresentanza inviata presso gli uffici comunali ha lasciato Palazzo San Giacomo con qualche speranza ma con un nulla di fatto; tutto si sposta a mercoledì prossimo, quando attorno al tavolo ci sarà una seduta trilaterale fra occupanti, Comune e forze ecclesiali cittadine (si parla di un rappresentante della Caritas e uno della Curia).
L’ANTEFATTO. L’ex scuola Belvedere, sita al Vomero nei pressi di piazza Quattro Giornate, si trovava dismessa da oltre tre anni, quando il 19 aprile di quest’anno – giornata dedicata al diritto alla casa e al reddito – tantissimi studenti, precari e famiglie senza un tetto sulla testa hanno deciso di occupare l’edificio. Da subito lo stabile, rimesso a nuovo dagli inquilini, si è trasformato in una casa per decine di famiglie e in un luogo di ritrovo e di socialità per molti abitanti della zona.
LO SGOMBERO. Il 19 di agosto un’irruzione di sei blindati della Polizia ha sgomberato l’edificio mettendo per strada le famiglie; ne è seguito un duro scontro a danno di tre occupanti, poi trasportati in Questura. Da subito gli sfrattati si recano a Palazzo San Giacomo per reclamare contro l’irruzione imprevista.
L’OCCUPAZIONE DEL MUSEO SAN GENNARO. In forma di protesta verso la Curia i manifestanti occupano il museo dedicato al santo patrono, simbolo del potere clericale sulla città. Il motivo è semplice; l’ex scuola Belvedere è di proprietà di una fondazione religiosa, Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, per cui lo sgombero non può non essere passato al vaglio dalla Curia.
L’OCCUPAZIONE DELL’EX ANNONA. Lasciati privi di un tetto sulla propria testa, gli ex occupanti della Belvedere decidono di occupare un altro edificio, l’ex ufficio dell’Annona. Le problematiche strutturali dello stabile sono però evidenti ed insostenibile lasciare quelle persone, che avrebbero diritto ad un tetto sopra la propria testa, in questo limbo d’incertezza e senza soluzioni.
LE SOLUZIONI. Le parti in causa in questa vicenda sono tre. Il Comune, che cerca di risolvere questa spinosa situazione con un’arma in tasca nei confronti della Curia e con una spada di Damocle penzolante sul capo riguardante tutti gli altri cittadini alle prese con l’emergenza abitativa non compresi in questo caso singolo. L’asso nella manica di Palazzo San Giacomo potrebbe infatti essere rappresentato dal pacco di milioni di euro di cui la Curia e debitoria verso il Comune. D’altro canto la Curia potrebbe esprimere solidarietà verso i cittadini in questione, ma rimandare le responsabilità alle suore; teoricamente responsabili dello sgombero. La terza via, anch’essa presagita in giornata, sarebbe quella dell’assegnazione di un altro edificio pubblico; che però pare essere disponibile esclusivamente in zone estremamente periferiche della città. L’errore sarebbe come sempre, quando si parla di edilizia popolare a Napoli, quello di strapiantare gli abitanti dal centro – in cui gli edifici comunali vuoti abbondano – per delegarli nella periferia affollata dei ghetti extra-urbani. È quindi quantomeno singolare in una città che si è riscoperta vuota negli ultimi anni, non trovare una soluzione degna per queste persone che infondo chiedono alla propria città solo un tetto sopra la testa.
Marco Coppola