NAPOLI – Ufficializzato l’accordo stipulato tra le regioni Calabria e Campania in merito alla disponibilità di ricevere e trattare rifiuti calabresi (tal quale) negli impianti STIR di Salerno, Avellino e Benevento. Una sorta di favore quello accordato dal Presidente Caldoro all’omologo vicino. In molti sono stati sorpresi dall’annuncio di questi giorni in merito a questa decisione, ma palazzo S. Lucia smorzano i toni e inviano rassicurazioni: « Si tratta di un progetto a breve termine, che non inciderà sul ciclo dei rifiuti campano – racconta il presidente Caldoro – sarà anzi un modo per portare a regime degli impianti che lavorano a regime ridotto».
IL PATTO – L’intesa tra regioni nello specifico prevede il conferimento negli impianti campani di rifiuto tal quale, che verrà trattato e rispedito in Calabria per poi essere smaltito all’estero. In sostanza i calabresi si adeguano alla ricetta partenopea in merito allo smaltimento dei rifiuti: accumulare, trattare e spedire all’estero. Una ricetta anti economica ed estremamente esosa, anche senza considerare le spese di costruzione di tutti gli impianti del ciclo dei rifiuti campano; da adesso messi a disposizione dei vicini calabresi previo pagamento di 156 euro a tonnellata.
IL RISCHIO – Tutti i progetti negli ultimi anni hanno avuto la sembianza di un potere risolutivo e determinante rispetto alla crisi dei rifiuti; anche questo non fa eccezione. Importare rifiuti, trattarli in impianti sottoproduttivi e rispedirli al mittente potrebbe sembrare un modo per attenuare i costi pro capite del ciclo integrato dei rifiuti campano. È però tra le maglie dei progetti politici che si annidano i paradossi della storia di questi ultimi anni. Non è chiaro ad esempio chi e come trasporterà questi rifiuti in Campania; non è dato sapere se e come questi rifiuti verranno muniti di sistemi di tracciamento; se questi introiti verranno utilizzati per abbassare l’importo della Tares a cittadini a basso reddito ancora inadempienti perché in condizioni economiche difficili e residenti in comuni con un valore Tares spropositato; e infine di come questo implementamento del servizio possa ricadere sui lavoratori degli impianti (già si parla di turni di lavoro aggiuntivi).
LE RASSICURAZIONI – In molti hanno sin da subito posto vari interrogativi sul piano Caldoro-Scopelliti e su quelle 500 tonnellate che nell’arco di un anno faranno la spola tra Calabria e Campania. Le prime rassicurazioni arrivano proprio dal presidente della regione Campana che afferma la bontà del progetto e assicura il tracciamento dei rifiuti negli spostamenti; senza però andare oltre la rassicurazione esponendo magari dettagli del progetto, che pare verranno resi quanto prima.
Marco Coppola