Dramma e romantica poesia al teatro Galleria Toledo con gli attori immersi nell’acqua

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di Violetta Luongo
NAPOLI – Amore e odio, vendetta e misericordia, salvezza e perdizione. Sono i fili su cui si tesse la drammatica storia de Il mercante di Venezia di William Shakespeare in scena fino al 24 novembre al teatro stabile di innovazione, Galleria Toledo. La regia è di Laura Angiulli che mescola magistralmente il dramma di elisabettiana memoria con rinnovata e favolistica energia. Gli attori, già sul palco all’arrivo del pubblico che entra in sala con rispettoso e incuriosito silenzio, scrutano i presenti che diventano per pochi istanti i protagonisti osservati, in un veloce interscambio di ruoli.

IL PALCO IMMERSO NELL’ACQUA – Di romantico e immediato impatto, la scenografia immersa nella acqua. Un letto, tre bauli e qualche sgabello a dettare il cambio di scena e di personaggi. L’acqua assume un ruolo importante, catartico e purificatore da un lato e drammaticamente sonoro dall’altro con il suo scrosciare al passaggio impetuoso degli attori.

IL CAST – Bravissimi gli attori che lasciano il pubblico entusiasta: Paolo AguzziGiovanni BattagliaAlessandra D’EliaRossella De MartinoEnrico DisegniAntonio MarfellaAndrea PalladinoCaterina PontrandolfoAntonio Speranza. Scene Rosario Squillace. Disegno luci Cesare Accetta. Illuminotecnica Lucio Sabatino.

DEUS EX MACHINA – Motore immobile di tutto l’amore. L’amore di Portia per Bassanio, quello di Bassanio per Antonio e quello del vecchio ebreo Shylock per il vile denaro. Nemmeno la fuga della giovane ebrea fa rinsavire il padre verso modi più accomodanti e misericordiosi. Non c’è posto per la gelosia, neanche davanti all’esplicita passione che provano i due amici, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro. Domina la scena Giovanni Battaglia, nelle vesti del crudele usuraio che da malvagio carnefice diventa poi vittima, la cui eccellente recitazione coinvolge lo spettatore da farlo sentire empaticamente partecipe della sua disperata sorte. La sanguinosa vendetta non viene messa a segno grazie alla furbizia e alla scaltrezza di Portia, deus ex machina della vicenda, che ricompone tutte le tessere del dramma shakespeariano.

Redazione

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