Dopo 15 anni l’Italia torna a vincere l’Oscar, Sorrentino ringrazia pure Napoli e Maradona

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Una parte del cast de La grande bellezza: Ferrari, Servillo, Sorrentino, Ferilli, Verdone

LOS ANGELES – Una sfilza di ringraziamenti, tra cui a Roma, a Napoli e a Maradona, così Paolo Sorrentino, stringendo a sé la statuetta degli Oscar, ha salutato il pubblico del Dolby Theatre di Los Angeles.
Rispettando tutti i pronostici “La grande bellezza” ha portato ha casa il premio per il miglior film straniero, una vittoria che l’Italia non aveva dal 1999 quando una poco imparziale e felice Sofia Loren urlò il nome del vincente Benigni con la sua “La vita è bella”.

UNA ROMA ANNOIATA E OPULENTA – Il film che segue il viagggio esistenziale del giornalista 65enne Jep Gambardella (Toni Servillo) sullo sfondo di una Roma opulenta annoiata e cafona ha conquistato quasi ogni premio: Golden Globes, Efa, Bafta. Raggiante il regista accompagnato sul palco dallo stesso Servillo e dal produttore Nicola Giuliano. «Grazie a Toni e Nicola, grazie agli attori e ai produttori. Grazie alle mie fonti di ispirazione, i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Mi hanno insegnato tutti come fare un grande spettacolo. Che è la base per il cinema. Grazie a Napoli e a Roma, e alla mia personale grande bellezza, Daniela e i nostri due figli. Sono molto emozionato, questa vittora era tutt’altro che scontata. Gli altri film erano forti, mi sento felice e sollevato», le parole sul palco hollywoodiano di Sorrentino.

RENZI SI COMPLIMENTA – La grande contentezza Sorrentino la mostra anche alla stampa. «Avrò bisogno di mesi per capire cosa è successo» confessa. «Spero che l’Oscar serva da stimolo per il cinema italiano». Il premier Matteo Renzi si è complimentato con il regista via Twitter scrivendo: «In queste ore dobbiamo pensare ad altro e lo stiamo facendo. Ma il momento orgoglio italiano per Sorrentino e #LaGrandeBellezza ci sta tutto».

GLI ALTRI OSCAR – Se La grande bellezza era accreditato dei favori del pronostico, anche le altre statuette vanno ai favoriti: Gravity, di Alfonso Cuaron, ne vince 7, 12 anni schiavo 3, tra le quali però quella al miglior film. Miglior regista Alfonso Cuaron, che riceve l’Oscar dalle mani di Angelina Jolie: ironia della sorte, al posto della Bullock doveva esserci lei. Confermano le previsioni, e per fortuna, le statuette a Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club e a Cate Blanchett per Blue Jasmine.

Redazione

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