DATI SHOCK/ Al Sud 7 disoccupati su 10 lavorerebbero con i clan

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La mafia trova terreno fertile grazie alla povertà

NAPOLI – Proprio in occasione del ventesimo anniversario dell’assassinio di don Giuseppe Diana  ecco che spuntano i dati scioccanti di un sondaggio sul rapporto fra crisi economica e criminalità organizzata. Quasi sette disoccupati meridionali su 10, il 66% per la precisione, secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè «accetterebbero di lavorare in un’attività dove la mafia ha investito per riciclare denaro». È un riscontro da record, ovviamente, nonostante dati non troppo distanti siano arrivati anche dal Centronord.

“A PATTO CHE SI TRATTI DI LAVORO ONESTO” – Al Sud la stragrande maggioranza di chi si è dichiarato disponibile ad accettare uno stipendio dai clan afferma che lo farebbe solo «a patto che si tratti di un impiego onesto e senza commettere reati»; ma resta il dato di fondo sconcertante. Sempre al Sud Italia, il 61% degli intervistati (con punte dell’84 in Sicilia e Sardegna) non ha remore nel dire che non pagherebbe qualcosa «in più per un prodotto alimentare ottenuto da terre o aziende confiscate alle cosche». Il 22%, ancora, ammette che «andrebbe tranquillamente in un locale o in un supermercato gestito o legato alla criminalità organizzata»: chi (il 10%) «convinto da prezzi convenienti», chi (il 12) «da prodotti di ottima qualità».

 

UN ESERCITO DI 2 MILIONI DI “POVERI”- L’indagine è stata presentata in occasione della nascita della Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, promossa dalla Coldiretti, che ha affidato la presidenza del Comitato scientifico al magistrato Giancarlo Caselli. «I clan — scrive la confederazione — trovano terreno fertile nel tessuto sociale ed economico indebolito dalla crisi. Mafia, camorra, ‘ndrangheta possono contare su un esercito potenziale di quasi 2 milioni di persone che, spinti nella marginalità economica e sociale, si dicono disponibili a lavorare per loro e tra queste ben 230 mila non avrebbero problemi a commettere consapevolmente azioni illegali pur di avere una occupazione. Un’analisi che dimostra quanto siano urgenti le misure per favorire lo sviluppo del lavoro, dopo l’annuncio del job act da parte del governo Renzi, in un Paese in cui – aggiunge la Coldiretti – la disoccupazione ha raggiunto livelli record del 12,9 per cento ma sale al 42,4 per i giovani».

Redazione

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