NAPOLI – La nazionale di Prandelli assisterà in Brasile alle prodezze dello scugnizzo di Napoli Lorenzo Insigne. La storia di Insigne parte da molto lontano, da Frattamaggiore. Talento enorme e passione sconfinata fanno di questo ragazzino, che passava intere giornate a giocare a calcio, uno degli interpreti più importanti del nostro campionato. La forza di Insigne è soprattutto la sua grande personalità, sfoggiata in più d’una occasione, contribuiscono a creare un calciatore tecnico e capace di controllare le proprie emozioni. Infatti non si lascia mai trascinare da banalità, ma si prende sempre le proprie responsabilità: non è da tutti trascinare il Napoli in Champions League nelle sfide con i vice-campioni d’Europa oppure rispondere al pubblico partenopeo dopo una partita sottotono condita dai fischi al momento della sostituzione. Ma Insigne non si scompone, è più forte di tutte le avversità ed arriva a siglare una magica doppietta nella finale di Tim Cup contro la Fiorentina. Ha fatto centro anche stavolta, in coppia con Immobile e Verratti, che costituivano l’ossatura del Pescara dei miracoli e passati in soli due anni dalla B al mondiale: tutto merito di Zeman che si può considerare il padre calcistico di Insigne e che lo “faceva giocare in modo diverso perché non riusciva a coprire 80 metri di campo a causa del suo fisico”. Lorenzo ha sempre stupito tutti e chissà che anche al mondiale possa essere ricordato come “Lorenzinho “.
Christian Corda