di Eva Martino
NAPOLI – Sabato 6 dicembre il Teatro Totò di Napoli torna a vivere un momento di teatro intenso e coinvolgente: in scena sarà lo spettacolo “Piano Piano”, interpretato da Antonio Orefice. La rappresentazione, parte della stagione 2025-2026 del Totò, si colloca come una delle scommesse più sensibili e sincere del cartellone, un racconto che esplora le sfumature della quotidianità e dei piccoli grandi sogni di un ragazzo di quartiere.
Sul palco, Antonio Orefice veste i panni di Ciro, un giovane garzone di supermercato: etichettato dagli altri come “‘o guaglione d’’o supermercato”, Ciro vive una vita fatta di piccole rinunce e grandi desideri. La svolta arriva con l’ingresso nella sua quotidianità di Anna, un’anziana signora raccolta in un appartamento al piano superiore della sua palazzina. La sua presenza, discreta e paziente, diventa per Ciro una guida, una voce che gli apre gli occhi sul valore dell’empatia, sulla possibilità di cambiare in meglio, un passo alla volta. Così lo spettacolo si trasforma in una meditazione sulla speranza, sulla solidarietà e sulla forza del riscatto umano.
Antonio Orefice porta in scena non solo un personaggio, ma un mondo intero di emozioni, paure e sogni che rispecchiano molte delle storie che quotidianamente si intrecciano nei quartieri popolari. La coralità della vita viene filtrata attraverso lo sguardo di un solo attore: e nel silenzio, nelle pause, nei gesti semplici una consegna, una scala, un saluto, emerge la profondità dell’esistenza. “Piano piano” è un percorso di rinascita, lieve eppure potente, che invita lo spettatore a riflettere sulla propria vulnerabilità e sulla bellezza del prendersi cura degli altri. Per il Teatro Totò è un atto di coerenza con la sua missione: dare spazio a storie autentiche, lontane dai facili cliché, ma radicate nella vita vera e nelle sue sfumature. In una stagione che punta sui giovani talenti e sulle nuove sensibilità, Orefice rappresenta l’energia di un teatro che cresce, ascolta e racconta Napoli con delicatezza e coraggio.
UN INVITO A RIFLETTERE – La serata del 6 dicembre non sarà dunque una semplice rappresentazione: sarà un invito a guardare, capire e sentire. Un’occasione per testimoniare in un teatro che da trent’anni continua a credere nella parola, nella gente, nella commedia, che ogni cambiamento, anche il più piccolo, può partire da un incontro, da una scala, da un sorriso.