di Violetta Luongo
NAPOLI – Essere e apparire, vivere e morire, dolori e gioie: tutte le contraddizioni dell’esistenza umana trovano il loro apice in una delle opere più grandi di Luigi Pirandello “Il fu Mattia Pascal”, in scena al Mercadante fino al 2 febbraio. Marco Tullio Giordana firma la regia e affida il ruolo da protagonista a Geppy Gleijeses.
IL CONTRASTO DEI DOPPI – L’anti eroe per eccellenza che usa l’assurdo caso della sua apparente morte per rifarsi una vita. Creduto da tutti deceduto, Pascal fugge da un matrimonio senza amore, da una suocera invadente e da una povertà assicurata per “rinascere” come Adriano Meis. Ma il suo diventa un viaggio alla ricerca della sua identità, del suo io incastrato tra ciò che è e ciò che appare agli altri.
IL CAST – Nell’opera del 1904, Pirandello mette in scena illusioni e disillusioni di una ricerca della felicità che si rivela vana. Sensi di colpa, rimpianti e rimorsi prendono il sopravvento avvinghiando in una morsa il protagonista che alla fine spera di ritorna ad essere ciò che era, Mattia Pascal. Ottimo cast, sul palco insieme a Geppy Gleijeses: Nicola Di Pinto, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Totò Onnis, Ciro Capano, Salvatore Esposito, Teo Guardini, Davide Montalbano, Francesca Iasi con la partecipazione di Marilù Prati.
UN LAVORO A 4 MANI – Il lavoro a quattro mani di Giordana e Gleijeses di riscrittura del testo drammaturgico rispetta i temi cari a Pirandello, attualizzandoli: il dualismo maschera e identità, gioco d’azzardo e fatalità, pazzia e inettitudine, famiglia e solitudine. Nonostante il teatro dell’assurdo venato di un triste umorismo e del tipico pessimismo pirandelliano, si intravede l’impronta realistica e cruda di chi ha diretto film come “La meglio gioventù”, “I cento passi”, o “Pasolini”.