Premio Cimminiello, ecco chi allenava Gianluca, Maestro Cagliozzi «Ogni sera aspetto quel suo sguardo da combattente»

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NAPOLI – A vincere il premio “Per non restare nell’angolo”, giunto alla seconda edizione ed istituito dal presidio di Libera Vomero-Arenella, due ragazzi del liceo Pansini e dell’istituto Vittorio Veneto che hanno partecipato al concorso con i loro elaborati artistici sul tema “Lo sport come opportunità di riscatto”. Gianluca fu ucciso il 2 febbraio 2010 nel suo studio di tatuaggio. Fu ammazzato per aver pubblicato sul suo profilo facebook un fotomontaggio che lo ritraeva con Lavezzi. Questa foto, secondo quanto accertato dai pm Stefania Castaldi e Gloria Sanseverino della Dda, indispettì Vincenzo Donniacuo, tatuatore di Melito, che chiese al clan di riferimento della zona di punire lo sgarro.In due aggredirono Gianluca che non solo evitò il pestaggio, ma fece scappare i suoi aggressori, tra i quali Noviello. Tre giorni dopo, secondo l’accusa, Vincenzo Russo, si presenta davanti al negozio di Gianluca chiamandolo per nome. Cimminiello arriva sulla soglia del locale e viene colpito mortalmente prima alla spalla e poi al torace. Il killer spara ancora due volte. Per essere sicuro di aver ucciso.

MAESTRO PASQUALE CAGLIOZZI – A dare la sua testimonianza anche colui che ha allenato Gianluca Cimminiello, il maestro Pasquale Cagliozzi «Una sera venne un ragazzo con occhi azzurri cielo ben piazzato fisicamente è abbastanza tatuato, non sapevo come definirlo il suo aspetto era di un combattente ma il suo sguardo era di ragazzo buono tranquillo e lo si leggeva chiaramente nei suo occhi mi chiese cosa insegnavo, gli dissi “Kick boxing voi provare ?” – continua il maestro Cagliozzi –  mi aspettavo un si immediato e invece mi disse no non sono ancora convinto, ho fatto boxe ma non qui in Italia, (aveva lavorato all’estero per un po di anni per migliorare la sua tecnica di tatuatore) ma assisterò a delle tue lezioni se non ti dispiace. E’ così cominciò la nostra avventura: lavoravamo duro lui non contento faceva sala e andava tutti i giorni in palestra e quando mettevamo i guanti ricordo quel suo sguardo era attento e con tanta voglia di imparare si combatteva fino a tardi e così che passano gli anni avanza di grado ed infine ecco la meritata cintura nera. – conclude Pasquale – Ma il nostro intento era quello di andare in gara. Ed ecco che mi arriva la fatidica domanda “adesso mi alleni per gareggiare ?” orgoglioso gli dico di si, allora dopo domani si comincia ma il giorno dopo alle ore 19:30 più o meno mi arriva quella maledetta telefonata tutti voi conoscete benissimo la fine di questa storia di due persone che si incontrano per caso si ma il destino li divide ancora ogni sera aspetto dall’ingresso di quella porta quello sguardo quel sorriso ma so benissimo che il mio allievo ormai starà facendo altro altrove»

Redazione

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